Crudelia: recensione del live action Disney

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Crudelia arriva al cinema! La coppia Emma Stone e Emma Thompson fa scintille nel divertente spin-off basato sulla cattiva de La Carica dei 101.

Finalmente si torna in sala! Dopo quasi un anno si torna a respirare l’odore dei pop corn in questo primo vero weekend di apertura delle sale cinematografiche.

E lo abbiamo fatto sicuramente in grande stile, con un inaspettato quanto divertente approfondimento sul famoso film animato Disney. Un approfondimento di cui forse ancora non sapevamo di aver bisogno.

Il compito di Emma Stone in questa versione incredibilmente divertente, frenetica e dagli splendidi costumi diretta da Craig Gillespie è quello di aiutarci a capire la nascita nel personaggio di Crudelia – la persona che era prima di iniziare a rapire i cuccioli di dalmata. 

Con una durata di circa 2 ore e 16 minuti, Crudelia segue un lungo, a tratti lento, percorso per contestualizzare le origini della protagonista. 

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La trama

Il film inizia nell’Inghilterra degli anni ’60 con la giovane ribelle Crudelia (Tipper Seifert-Cleveland), il cui vero nome è Estella, che lotta per adattarsi.

Dopo alcuni litigi con la madre, scopriamo che non se la cava molto meglio a scuola, dove i suoi capelli bicolori la rendono un bersaglio di bulli e i suoi tentativi di difesa la portano nell’ufficio del preside. La sua unica amica è Anita Darling (prima interpretata da Florisa Kamara, poi da Kirby Howell-Baptiste, che abbiamo già conosciuto nel film animato). Con Estella sul punto di essere espulsa, sua madre la ritira da scuola, fa le valigie e la porta via, a Londra.

 Le due si fermano in una maestosa casa di campagna dove la madre, restando vaga, sembra aver qualcosa da sbrigare e ordina a Estella di rimanere in macchina. Disobbidendo, Estella decide di esplorare e quello che trova in casa – una sfilata di moda piena di splendidi abiti – le fa impazzire e riscalda il suo cuore di aspirante stilista. “Per la prima volta nella mia vita”, si meraviglia attraverso la voce fuori campo, “Mi sentivo come se appartenessi a questo posto“.

Segue il caos e Crudelia si ritrova a scappare da guardie di sicurezza e tre dalmati arrabbiati, finendo sulla veranda della tenuta, dove vede sua madre parlare con una figura misteriosa. In una svolta inaspettata, i cani attaccano la madre di Crudelia, spingendola fuori dal bordo della terrazza.

La sua morte tormenta Estella, che incontra e si unisce a una banda di ladri orfani (Jasper di Ziggy Gardner e Horace di Joseph MacDonald). Ora interpretata da Stone, la nostra protagonista trascorre anche molto tempo in guerra con se stessa: dovrebbe abbracciare Estella, la ragazza gentile e ben educata che sua madre voleva che fosse, o liberara Crudelia anarchica e diabolica?

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Mentre la storia si sposta negli anni ’70, Crudelia, grazie a Jasper (ora interpretato da Joel Fry) e Horace (ora interpretato da Paul Walter Hauser), ottiene un lavoro in una prestigiosa casa di moda. Qui il film vira sul terreno de Il Diavolo Veste Prada ed è un fantastico vedere la Stone ed Emma Thompson (nei panni della baronessa Miranda Priestley la responsabile della casa), mentre digrignano i denti a vicenda e si sfidano a colpi di moda.

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Crudelia: un personaggio reinventato

Il film affronta l’arduo compito di portare lo spettatore ad empatizzare con il personaggio di Crudelia. E non è facile, penserete. Perchè mai dovrei empatizzare con una psicopatica che per un intero film ha cercato di rapire e scuoiare dei cuccioli per realizzare un abito?

In effetti è complicato, e il film evita riferimenti alla vicenda che tutti noi conosciamo (se non facendo solo qualche accenno), per lasciare spazio ad approfondire tutta una serie di sentimenti e legami affettivi intorno a Crudelia.
Le ingiustizie subite nella sua infanzia, la morte della madre, il desiderio di rivalsa e di vendetta.
Ma viene approfondito anche il rapporto con Jasper e Horace (Gaspare e Orazio), che abbiamo conosciuto come maltrattati scagnozzi sottomessi, ma che qui assumono un ruolo molto più importante. Li vedremo nei panni di complici quasi alla pari della nostra protagonista, che l’hanno salvata da piccola e ai quali lei si rivolge più volte come la sua “unica famiglia”.

Richiami al film animato

Trattandosi di uno spin-off, nonchè di una origin story, il film non può che fare riferimenti al film animato originale.

Nel corso delle due ore troveremo personaggi già conosciuti come Anita e Rudy, vedremo l’imponente tenuta dei De Mon, scopriremo da cosa deriva l’ossessione della protagonista per i cani dalmata e vedremo alcune scene iconiche (come quella dei cani che assomigliano ai padroni) ricreate e rivisitate.
Ma la vera scena che accontenterà i nostalgici è quella post-credits in cui sentiremo anche una rivisitazione del motivetto che a tutti noi balza in testa quando pensiamo a Crudelia De Mon.

La moda e la musica

Nonostante alcuni problemi, ciò che manca a Crudelia nella sceneggiatura, viene compensato in puro impatto visivo, con gli abiti squisitamente dettagliati della costumista Jenny Beavan che arricchiscono in particolare l’universo angoscioso e sinistro che il film evoca. Dall’elegante abito dorato scozzese della Thompson e dagli abiti spettacolari ai guanti bordati di pizzo, alle gonne peplo e a un abito fatto di giornale, i costumi sono opere architettoniche ed estetiche che rendono omaggio all’intero mondo della moda.
Una parte importante è ricoperta anche dalla colonna sonora tra cui troviamo, tra gli altri, pezzi rock dei Rolling Stones, Deep Purple, Queen, accennando lievemente al movimento punk londinese di quegli anni.

Opinioni su Crudelia

Che dire? Sicuramente un film divertente, bello da vedere (dal punto di vista estetico. Ragazzi, non sono appassionato di moda, ma i costumi lasciano davvero a bocca aperta) e con delle buone prove attoriali del cast.
Un film al passo con i tempi che ci narra qualcosa di più su uno dei cattivi Disney più iconici e che ci porta a scoprire qualcosa di più su altri personaggi (come Gaspare e Orazio).

A noi sicuramente è piaciuto e ve lo consigliamo. Sicuramente se siete amanti del film animato, ma secondo noi il film si regge in piedi benissimo anche come film a sè stante, in quanto i riferimenti al film originale sono solo un contorno per una storia capace di interessare e reggersi benissimo in piedi da sola.

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